Sull’origine
di questa tradizione, la storia si mescola alla leggenda. Tramandate
di maestro in allievo, un tempo le croci venivano intagliate nel legno
di quercia, l’albero sacro ai pagani. Esse venivano intese come
offerte per gli dei per propiziare un matrimonio o chiedere la fertilità
fino a divenire, in seguito, simboli della resistenza contro l’occupazione.
Sulla Kryziu Kalnas le croci comparvero per la prima volta nel XIV secolo
e si moltiplicarono dopo le sanguinose insurrezioni contro lo Zar diventando
un pregnante simbolo di sofferenza e speranza.
Durante la dominazione sovietica, piantare una croce era un reato che
prevedeva l’arresto, ma la gente continuava a giungere in pellegrinaggio
per commemorare le migliaia di persone uccise e deportate. La collina
fu spianata per almeno tre volte. Nel 1961 l’Armata Rossa distrusse
le croci, chiuse i sentieri che conducevano alla collina e scavò
un fossato alla sua base, ma tutto ciò non bastò a impedire
la comparsa di nuove croci il mattino seguente. Nel 1972 le croci furono
nuovamente abbattute dopo il suicidio di uno studente in segno di protesta
contro l’occupazione sovietica, ma anche in questo caso la tradizione
sopravvisse. Nel 1990 sulla Collina delle Croci si contavano ben 40.000
croci, distribuite su una superficie di 4.600 mq. Da quando la Lituania
ha ottenuto l’indipendenza le croci si sono decuplicate e nel
1993 si è aggiunta anche la scultura del Cristo crocifisso donata
da Papa Giovanni Paolo II. Più recentemente, sulla collina sono
comparse nuove croci per commemorare le vittime dell’attacco alle
torri gemelle di New York nel 2001. La tradizione va avanti, la collina
continua a crescere e il rumore delle croci che tintinnano nel vento
diventa sempre più inquietante.
Nel 2002 questa antica forma di artigianato precristiano è stata
riconosciuta dall’UNESCO come tradizione appartenente al Patrimonio
dell’Umanità.
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ad opera di Paolo Ruffa